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Il Golf Club Milano in buca
Una presa di posizione delle associazione ambientaliste
(con l'adesione anche de l'Arengario)


Il Golf Club Milano non è compatibile con l'impianto del Parco di Monza, per motivazioni di carattere storico, di conservazione naturalistica, di fruizione sociale.
In particolare:
  • Il suo insediamento ha prodotto un consistente e persistente danno ambientale e paesaggistico al parco, per di più neppure compensato.
  • L'impianto golfistico non contribuisce ma anzi rallenta lo sviluppo di una diffusa fruizione sociale sostenibile di una ampia zona del parco.
Tale considerazione è contenuta in tutti i documenti di programmazione che negli ultimi 15 anni hanno riguardato il Parco di Monza, dallo studio cosiddetto Calcagno al PTC del Parco Regionale Valle del Lambro (vedi allegati).
La conservazione del valore ambientale e culturale del Parco di Monza è il principio su cui si basa anche la cessione gratuita da parte del demanio ai comuni di Milano e Monza: “Gli immobili ceduti, essendo riconosciuti di interesse artistico faranno parte del demanio pubblico dei Comuni di Milano e di Monza a norma dell'art. 824 c.c. e come tali saranno inseriti nei registri dei beni del demanio pubblico comunale. I Comuni di Milano e di Monza si impegnano a curarne la conservazione permanente ed a destinarli ad attività museali, culturali, di rappresentanza e di fruizione e conservazione del verde”.
Nel caso del rinnovo della concessione al Golf Club Milano, sulla base di quanto anticipato sulla stampa e presentato da rappresentanti dell'Amministrazione di Monza nel corso di incontri pubblici, l'impegno sembra venir meno.
Una concessione rinnovata potrebbe essere coerente con il recupero complessivo del Parco solo se considerata come momento transitorio, con durata estremamente ridotta (in ogni caso significativamente inferiore ai sei anni proposti) e finalizzata a una progressiva dismissione dell'impianto attualmente all'interno dell'area protetta.
Passando a un'analisi di dettaglio della bozza di concessione (che non abbiamo esaminato direttamente, ma i cui contenuti ci sono stati “raccontati” nel corso di alcuni incontri con l'Amministrazione comunale) emergono due principali punti di criticità e due elementi più positivi.
Il documento non prevede una modifica irrinunciabile: la riduzione del percorso attuale di 9 buche. Si otterrebbe un campo a 18 buche, in grado di soddisfare le esigenze dei 700 soci golfisti, e nel contempo verrebbe recuperata alla fruizione pubblica un'area significativa, che dovrebbe includere la Roggia della Pelucca, opportunamente recuperata e restaurata.
Il Parco di Monza, a nostro avviso, deve ospitare esclusivamente strutture e servizi caratterizzati da alti standard di compatibilità ambientale. A questo riguardo appare insufficiente quanto previsto dalla bozza in discussione, che, seppur facendo riferimento a obiettivi di maggiore compatibilità ecologica dell'impianto golfistico, non contiene indicazioni precise su studi e ricerche adeguate e su misure di mitigazione e compensazione degli impatti.
Passando agli aspetti positivi, apprezzabile è il tentativo di rendere meno “segreta” l'area in concessione, abbattendo le recinzioni e prevedendo percorsi di attraversamento pubblici.
Efficaci appaiono anche le clausole cautelative dell'ente proprietario nei confronti del concessionario mediante l'introduzione di una fidejussione e dei poteri sostitutivi del concedente. A questo riguardo però, occorre porre maggiore attenzione all'effettiva capacità di controllo da parte dell'ente pubblico.
Non sufficientemente valutabile al momento è l'ipotesi di recupero forestale di alcune aree, non disponendo di dati quantitativi certi e di cartografia di riferimento.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte, chiediamo alle amministrazioni dei Comuni di Monza e Milano di modificare il documento in discussione includendovi quanto segue:
  • un esplicito riferimento in premessa ai documenti di programmazione, là dove viene riaffermata l'incompatibilità dell'impianto golfistico con il disegno unitario del Parco di Monza;
  • una durata della concessione “breve”, significativamente inferiore ai sei anni ipotizzati;
  • la riduzione del campo a 18 buche;
  • l'indicazione dei criteri di valutazione degli impatti e delle misure compensative;
  • la rimozione dell'intera recinzione perimetrale attualmente presente;
  • la creazione di un fondo di cauzione (o fideiussione) a disposizione delle amministrazioni proprietarie e la definizione di adeguati poteri sostitutivi, per la realizzazione degli interventi previsti, qualora questi non venissero realizzati dal concessionario;
  • l'esplicita previsione di obiettivi di riqualificazione forestale, puntualmente definiti e coerenti con quanto delineato dal Piano di Assestamento Forestale.

Legambiente Circolo Alex Langer di Monza
Comitato per il Parco Antonio Cederna
Gruppo Ambiente Territorio del CCR
WWF Gruppo Attivo di Monza
Italia Nostra di Monza
Forum Monza
MonzainBici
Arengario


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  24 febbraio 2007